Claire Piette – L’effetto del significante dimenticato dietro al senso «scientifico»

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Secondo Lacan dal momento che Freud ha descritto la sessualità, si suppone sapesse cosa essa voleva dire! È sbagliato, poiché egli «non lo sa.  Ed è proprio il fatto di non saperlo che gli ha fatto scoprire l’inconscio. Vale a dire, rendersi conto che gli effetti del linguaggio giocano proprio dove la parola “sessualità” potrebbe avere un senso». [1]  Il concetto di inconscio è di nuovo sminuito da alcuni neuroscienziati che vogliono ridurlo a tutto ciò che sarebbe dell’ordine del non cosciente.

Dunque, c’è uno scivolamento del significante che è il modo «di slittare alla superficie di ciò che chiamiamo le cose». [2]

Questo non è senza effetti poiché la credenza di padroneggiare il parlessere tramite lo sguardo scientifico portato sul cervello, nasconde il miraggio di un discorso del padrone in cui i resti sarebbero riassorbiti dalla spiegazione sul funzionamento o sul disfunzionamento di questo organo. Ecco dove si trova la pericolosità di una ideologia come questa.

In questo numero scoprirete per quale motivo i protocolli per gli autistici o per gli afasici –  imbastiti a partire da questa nuova entità neuroscientifica – sono un modo di addestrare interamente l’essere parlante che non può fare a meno di evocare «la manipolazione mentale», in cui il senso prolifera di termini scientifici, mentre invece i praticanti della psicoanalisi sono attenti alla traccia della lalangue per ogni soggetto piuttosto che legarsi indissolubilmente alla passione dello sguardo!

Traduzione di Marianna Matteoni

[1] Lacan J. «Del discorso psicoanalitico», Lacan in Italia, en Italie Lacan 1853-1978, La Salamandra, Milano 1978, p. 191.

[2] Ibidem, p. 189.

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