Daniel Pasqualin – Come alcuni autistici si servono della psicoanalisi
Ma sì, nonostante per qualcuno sia ancora uno scandalo, un gran numero di autistici si serve della psicoanalisi lacaniana per trattare il godimento mortifero e la solitudine radicale a cui esso può condurre. Il nostro approccio, come Antonio Di Ciaccia ci ricorda in questa rubrica, non è mai di voler applicare la psicoanalisi a un soggetto autistico. Ciò che offriamo è di lasciarci avvicinare in un circuito che il soggetto autistico deve sviluppare passando attraverso di noi, spesso con in più la presenza di un oggetto autistico. Egli utilizza il nostro corpo per trattare ed estrarre un oggetto che gli permetta di uscire dalla sua profonda solitudine e di costruire uno spazio intermedio, come Éric Laurent dice nel suo libro La battaglia dell’autismo [1].
Egli ha da prodursi come soggetto. È una sua scelta, e non si vede in nome di cosa lo si potrebbe forzare ad una tale avventura, a una tale esperienza. Non vogliamo riassorbirlo nel mondo. Coloro che ne possono testimoniare ci ricordano spesso che non vogliono più essere autistici. Il transfert non si forza. Si guadagna quando arriviamo ad essere partner. In più, qui non si tratta di inconscio, che non è coinvolto, la nostra ricerca non va più nella direzione della causa, quand’anche genetica. Il transfert è una scommessa. Non dimenticherò mai il primo autistico con cui ho lavorato in istituzione, mentre tornavo a casa la sera ho trovato un soldatino di plastica nella tasca. Non aveva più la testa perché lui la strofinava contro il terreno ruvido. Transfert di Sébastien. Non mi ha più abbandonato. Siamo partner di coloro che si sono isolati dall’Altro al culmine dell’angoscia davanti al desiderio di questo Altro e del suo godimento. La diagnostica medica per immagini non dice niente, non risponde, non dà delle indicazioni per iscrivere il soggetto nel mondo con il suo sinthomo. Nessuna proteina, nessun gene può cambiare qualcosa. Il vero imbarazzo è di non voler sapere che il nostro approccio dà dei risultati, è di pensare che non esiste o che si fonda su un’immagine della psicoanalisi ferma al secolo scorso. Allora, facciamolo sapere, che si dimostri oggi, caso per caso!
Traduzione di Marianna Matteoni
[1] Laurent É., La battaglia dell’autismo, Quodlibet, Macerata 2013.